4)Trattamento delle fratture vertebrali mediante cifoplastica e vertebroplastica
Le fratture vertebrali senza dislocazione o interruzione del muro posteriore, post-traumatiche e osteoporotiche in fase acuta o sintomatiche e in alcuni casi di tumori primitivi o metastatici, possono essere trattate mediante l’inserimento di cemento (polimetilmetacrilato) nel corpo vertebrale accedendo a quest’ultimo mediante dei condotti naturali costituiti dai peduncoli vertebrali. L’intervento di cifoplastica viene eseguito in anestesia locale con sedazione, in posizione prona sotto costante controllo radioscopico, con accesso di 2 mm, e l’inserimento di cannule di lavoro, spesso da un solo lato, attraverso cui viene eseguita preliminarmente una biopsia vertebrale, quindi la preparazione del corpo vertebrale con un palloncino ad alta pressione che crea una cavità nella quale viene infine depositato il cemento; la vertebroplastica viene eseguita nello stesso modo senza però preparare la vertebra con il palloncino, che nella maggior parte dei casi rappresenta una fonte di maggiore sicurezza nella localizzazione del cemento. Il paziente viene mobilizzato due ore dopo l’intervento (con busto idoneo in caso di altre fratture che potranno essere trattate successivamente a cadenza mensile, e dimesso il giorno successivo.
L’indicazione all’intervento è pertanto costituita dalle fratture acute* senza interruzione del muro posteriore (che potrebbe permettere l’accesso del cemento nel canale midollare) con almeno parziale conservazione dello spessore vertebrale (la vertebra plana non può essere cementata). Ovviamente non deve esserci compressione mieloradicolare (in questo caso l’indicazione è assolutamente diversa).
*Mi permetto di segnalare che, salvo i casi chiaramente post-traumatici e tumorali, la fase acuta può essere stabilita mediante RMN con sequenze a soppressione del grasso (STIR) da richiedere espressamente all’atto dell’esecuzione dell’esame.